MICHAEL UMEH
(Michael Daniel Chukwuma Umeh)
Umeh in lunetta
(foto tratta da www.virtus.it)
nato a: Houston, Texas (USA)
il: 18/09/1984
altezza: 187
ruolo: guardia
numero di maglia: 3
Stagioni alla Virtus: 2016/17 - 2017/18
MARCO SPISSU
nato a: Sassari
il: 05/05/1995
altezza: 184
ruolo: playmaker
numero di maglia: 0
Stagioni alla Virtus: 2016/17
statistiche individuali
palmares individuale in Virtus: 1 Coppa Italia di Legadue, 1 Campionato di Lega due
LA PRESENTAZIONE DI MICHAEL UMEH
tratto da bolognabasket.it - 06/09/2016
Nel museo Virtus all’interno della Unipol Arena è stato presentato Michael Umeh.
Ecco le parole degli intervenuti:
Julio Trovato – Presentiamo un giocatore di indiscusse qualità tecniche e persona di spessore che si inserisce in un gruppo di persone vere. E’ stata un’operazione lunga, lui era impegnato con le Olimpiadi, e aveva l’ambizione di giocare in una prima divisione. Ringrazio tutti, chi ha avuto la pazienza di aspettare e non si è fatto prendere dalla frenesia, il nostro AD, il CDA e tutta la società Virtus. Abbiamo fatto un ottimo gioco di squadra.
Michael Umeh – Sono felicissimo di essere qui, sono onorato di giocare in un club con una grande storia. Conosco molto bene l’allenatore, e sono felice di fare parte di questa squadra.
Le presenza di Ramagli è stata fondamentale per la scelta? Sì, è stato un fattore importante, lo conosco bene, ci siamo sentiti prima che io firmassi. Ho un bel ricordo di quella stagione a Verona, probabilmente la migliore della mia carriera.
Inizialmente cercavi offerte dal piano superiore. Venire in Virtus è un po’ come andare in serie A? Tutti i giocatori puntano a giocare al miglior livello possibile, e io dopo le Olimpiadi puntavo a un livello superiore. Quando si è presentata l’offerta della Virtus però ho accettato, sia per la presenza di coach Ramaglia, sia perchè da come mi è stata prospettata la considero una grande opportunità, per me e la mia famiglia.
Sarai la prima punta della squadra? E’ importante che la squadra lavori di gruppo, io porterò esperienza e conoscenza della pallacanestro all’interno del gruppo, che mi sembra già coeso.
L’esperienza alle Olimpiadi? E’ stata una grande esperienza, giocare al livello più alto. Non riesco a spiegare che cosa ho provato, ero affascinato come un bambino a vedere il villaggio olimpico.
La tua storia? Sono nato a Houston, i miei genitori sono arrivati lì dalla Nigeria, mio padre nel 1979, raggiunto due anni dopo dalla mamma. Ho sempre vissuto a Houston, ma andiamo spesso in Nigeria.
Il tuo modello? Michael Jordan, come tutti quelli della mia età, e poi Penny Hardaway.
Quanta differenza c’è tra il basket europeo e quello americano? In America il livello fisico è nettamente superiore, in Europa è la tattica a fare la differenza.
Qualcuno ti ha parlato del derby? Conosco un po’ la storia della rivalità tra le due società, sarà una grande opportunità giocarlo, e ovviamente lo farò per vincere.
Sugar Ray Richardson è stato un altro giocatore texano che qui ha lasciato il segno. Onestamente non lo conosco, mi documenterò sui giocatori che hanno fatto la storia della Virtus.
Il numero? Giocherò col 3, il numero che avevo quando ero al college.
Nel reparto esterni della Virtus ci sono tanti giovani. Spero di aiutarli con la mia esperienza, di insegnare loro cosa vuol dire essere professionisti e di contribuire al loro miglioramento.
MICHAEL UMEH: IL NOSTRO OBIETTIVO È CERCARE DI ESSERE COMPETITIVI PER TORNARE IN SERIE A. MI APSETTO DI ESSERE TRA I TOP TEAM
tratto da bolognabasket.it - 19/09/2016
Michael Umeh è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Ecco le sue parole:
La guardia, che ha compiuto 32 anni proprio ieri, è la prima punta dei bianconeri: Ho fiducia in me stesso e vedo che anche gli altri ne hanno. Mi prenderò delle responsabilità nei momenti cruciali delle partite, l’ho fatto per gran parte della mia carriera. Più si alza la posta in palio e più mi piace giocare. Segnare il canestro vincente o fare la giocata decisiva è qualcosa che sogni fin da bambino quando giochi in cortile.
Come procede il suo inserimento in questa Virtus? Mi trovo a mio agio. Conosco il modo di giocare di Ramagli mentre fra i compagni ho giocato con Ndoja, un buon giocatore che prende sempre le decisioni giuste.
Prima dello stop con Verona, la preseason della Virtus era stata perfetta. Vogliamo essere una squadra vincente e siamo più avanti rispetto a dove pensavamo. Ora sarà importante mantenersi su questi livelli e poi cercare di migliorare il più possibile.
Si è presentato dicendo che deve completare, con Ramagli, il lavoro interrotto a Verona due anni fa quando non arrivò la promozione. È questo l’obiettivo? Il nostro obiettivo è cercare di essere competitivi per provare a tornare in Serie A. La Virtus ha una storia prestigiosa e sono sicuro che nessuno sia contento della discesa in A2. Mi aspetto di essere fra i top team.
Sembra molto preparato sul passato di questo club. Ho fatto molte ricerche e ne ho sentito parlare molto. La cosa che mi ha più impressionato sono i tanti successi la cultura vincente di tutta la gente che ha a che fare con la Virtus. Noi speriamo di prolungare questa tradizione di vittorie in questa stagione.
Come è stata l’esperienza a Rio? Capita una volta nella vita. Era il mio sogno e sono riuscito a realizzarlo e si è trattato del momento più alto della mia vita sportiva.
Nel villaggio ha familiarizzato con qualche atleta di altri sport? Ho visto leggende come Phelps o Simone Biles, è bello essere a contatto con i migliori atleti del mondo.
Com’è il suo rapporto con la Nigeria, dalla quale i suoi genitori si sono trasferiti a Houston a inizio anni ’80? La Nigeria è casa, da bambino ci tornavo con i miei genitori. Mia moglie è nigeriana, la prossima estate ci torneremo perché ho molti parenti là e voglio fare conoscere a mia figlia i suoi nonni.
A Houston è cresciuto negli anni dei due titoli NBA. Sono stati i migliori anni nella storia del basket della città. I Rockets erano guidati dal miglior giocatore nigeriano di sempre, Hakeem Olajuwon. Per me è stato un modello.
Bologna è sinonimo di derby con la Fortitudo. La sfida torna dopo 7 anni. Ne ho sentito parlare molto e so quando sia alta la rivalità. Quelle sfide saranno fra i momenti più importanti della stagione, non vedo l’ora di viverle e mi sto preparando per questo. Vogliamo fare felici i tifosi.
Umeh vola a canestro (foto tratta da bolognabasket.it)
UMEH: OBIETTIVO PROMOZIONE? CERTO, ALTRIMENTI COSA SONO VENUTO A FARE?
tratto da bolognabasket.it - 29/10/2016
Micheal Umeh è stato intervistato da Stefano Brienza su Stadio.
Ecco le parole dell’esterno bianconero:
Mi sento molto bene. Sono arrivato qua con la forma derivante dalle Olimpiadi e ho cercato di mantenere la condizione. Negli ultimi due anni ho giocato tante, tante partite, e in qualche modo bisogna sempre tenersi in forma, essere pronti a giocare sempre. Sono due estati che non riposo, ma prendendosi cura di se stessi e del proprio corpo non è un problema.
A 32 anni tanti giocatori iniziano a saltare allenamenti, a gestirsi. Mi è capitato un paio di volte, quando ero appena arrivato, ma solo perchè avevo dei problemini. Ancora non sono arrivato a quella fase, fortunatamente. Merito di dieta e fitness: devi sentirti bene quando performi. La mia personale chiave è riposare bene di notte. La seconda mangiare bene. Con queste basi mi sento sempre pronto.
A proposito di mangiare bene, come va a Bologna? Non sono ancora riuscito a provare molto cibo bolognese, ciò che ho assaggiato finora è ottimo. Non sono ancora del tutto cementato anche se mia moglie e mia figlia sono qui con me. Sono riuscito a visitare il centro ed è molto, molto bello. E non solo quello. Sicuramente è una delle città più belle da vedere nelle quali ho giocato.
Che non sono poche. Esatto. Non è un riconoscimento scontato.
Il gruppo ha appena subito la prima sconfitta ufficiale. Come l’avete presa? Se vogliamo essere onesti, domenica ci hanno preso a schiaffoni in faccia. Sì, l’hanno fatto. So che ci sono tante aspettative per questa squadra, ma è presto, mi aspetto di perdere partite. Perdere è utile, soprattutto all’inizio di un percorso. Ti fa capire più o meno dove sei, su cosa devi lavorare. Si può imparare tanto. In particolare per i ragazzi più giovani. Se vuoi vincere un campionato o comunque essere al top devi imparare a essere disciplinato per trovare consistenza.
Quindi l’obiettivo è quello, il titolo, la promozione? Certo, altrimenti cosa sono venuto a fare? Credo che il mio record in seconda divisione in Spagna e Italia sia ottimo, le mie squadre sono quasi sempre andate bene. Quindi non mi aspetto altro.
E dalla sua esperienza la Virtus che credenziali può avere in questa A2? Siamo in una fase in cui chiunque può battere chiunque e i veri valori non sono ancora del tutto definiti. Andando verso gennaio ci saranno 3-4 squadre che naturalmente si staccheranno e dimostreranno alla lunga di essere le migliori. Noi vogliamo essere una di quelle.
Oltre a vincere si pensa a crescere i giovani, che possono imparare da voi veterani. Il futuro è luminoso per questi ragazzi. Mi danno l’impressione di essere precoci, più avanti di quello che ci si aspetterebbe alla loro età. Anzi, mi ha sorpreso quanto già sappiano di basket e possano dare in campo. Sono felice di poter dare loro una mano mentre acquisisono esperienza.
Ma chi è il miglior tiratore? Spissu, Penna, Umeh… Miglior tiratore? Non scherziamo neanche (ride, ndr)… Non ho bisogno di rispondere, lo sapete già.
Dopo tre gare da 57% da tre, ha tirato 2/8 contro Ravenna. Un caso? Stavo tirando bene, mentre domenica ho sbagliato anche vari tiri aperti. Vorrei che non capitasse mai, ma nel corso di una stagione capita. Ma è un gioco di squadra, se un giorno non entra aiuterò i compagni più in vena.
Cosa va aggiustato dopo la prima sconfitta? In settimana ci siamo concentrati molto sulla difesa. Ravenna ci ha proposto un basket molto intelligente, fatto di scelte giuste e ponderate. Finora non ci era mai capitato su questi livelli, ci hanno sorpreso. E ci sarà chi farà tutto questo ancora meglio. E’ stata una lezione importante, che ci spinge a salire di livello.
Cosa sapete di Ferrara? Ho giocato contro entrambi gli americani sia in Italia che in Israele, sanno essere determinanti. Roderic è uno che cambia le partite. Sarà un bel test.
DERBY, UMEH: "MAI VISTA UNA PARTITA COSÌ. CLIMA E INTENSITÀ SENZA PARAGONI"
L'uomo decisivo: "Mi parlavano del'98 da sei mesi, giornata che passa alla storia"
tratto da corrieredibologna.corriere.it - 07/01/2017
«Ragazzi che partita. Che ambiente. Che energia. Me l’avevano detto ma non ci credevo. Fantastico». Michael Umeh è l’ultimo a uscire, si sistema con calma l’orecchino seduto nello spogliatoio ormai vuoto e tranquillo.
Qualche minuto prima, attraverso la porta chiusa, si sentiva distintamente tutta la squadra urlare «chi non salta è Fortitudo» come nelle grandi, grandissime occasioni. Il derby di A2 non l’ha vinto il primo che passa, ma uno che ha giocato da poco un’Olimpiade e vinto un oro ai Campionati Africani del 2015: dei 24 giocatori quello con il pedigree internazionale più prestigioso. «Non posso fare confronti. L’Olimpiade, il titolo con la Nigeria, sono una cosa completamente diversa, troppo importante per la mia carriera. Parlo di basket di club, sono professionista da dieci anni, ho girato il mondo, ma un rivalità così, un’intensità così, per una partita di regular season è una cosa pazzesca. No, non mi era mai capitato, mi aspettavo qualcosa del genere ma non così. Sì, lo metto al primo posto della mia carriera, mai vissuto una vittoria del genere. È abbastanza assurdo ma è così».
Canestro e fallo col primo pallone del supplementare. Il derby forse l’ha vinto lì: aveva sbagliato l’ultimo pallone dei regolamentari, ma è andato dentro a segnare e prendere fallo da Knox, spedendolo nelle fauci di Boniciolli, inferocito col suo centro. Oppure l’ha vinto con la tripla dell’82 pari, a rispondere a quella di Candi in un momento in cui l’inerzia stava per l’ennesima volta girando verso la Effe. O forse l’ha vinta con la seconda tripla dell’overtime, 87-85. Insomma l’ha vinta tre volte. «La partita ha cambiato padrone moltissime volte. Impossibile dire quale azione l’ha deciso, ce ne sono state troppe. Io me ne ricordo anche un paio di Spizzichini, un canestro nei regolamentari e una difesa nell’overtime ».
Umeh però ci ha messo 9 punti nel supplementare dei suoi 29, in 39 minuti in campo, 5/11 da due, 5/10 da tre, 4/5 ai liberi. L’mvp del #104 è il nigeriano di Houston, non si discute. «Di questo derby ho sentito parlare per mesi. I tifosi, il coach, i ragazzi, tutti lo volevano vincere. Mi hanno tanto parlato di questa sfida dal primo giorno in cui ho messo piede a Bologna, quella del ‘98 l’avrò sentita nominare mille volte. Non so questa vittoria a che punto si piazzi, nella storia del derby. Credo comunque molto in alto».
UMEH: "POSSO ESSERE LA GUIDA DI QUESTA SQUADRA E MI PIACEREBBE RESTARE"
tratto da bolognabasket.it - 14/01/2017
Dopo il gol di Piacenza, e dopo la prova nel derby, Luca Muleo di Stadio ha sentito Michael Umeh.
“Avevo il pallone tra le mani e la possibilità di fare la cosa giusta. In quei momenti hai poco tempo per pensare ad altro”.
Due volte in tre giorni, non capita sempre. “Non so se sto vivendo un momento magico. Non me lo chiedo mai. Io cerco sempre di fare quello che occorre per vincere le gare, e anche in queste due occasioni mi sono comportato come ho creduto fosse giusto”..
Quasi 18 punti a partita col 42% da tre. Sta succedendo di nuovo con Ramagli, come a Verona, una delle stagioni migliori della sua carriera. Qual è il segreto del feeling speciale che c’è con l’allenatore? “Credo si tratti di rispetto e fiducia. Sento fortissimi questi sentimenti nei suoi confronti”..
Se l’aspettava una Virtus così in alto dopo metà stagione? “Se penso a quelli che erano gli obiettivi iniziali del gruppo, dico di sì. Mi aspettavo che fossimo competitivi. Lavoriamo duro ogni giorno e abbiamo costruito un buon progetto, qualcosa in cui crediamo davvero”.
Crederci è alla base delle dieci vittorie consecutive. Eppure le ultime tre non vi hanno soddisfatto, perché vi siete espressi al di sotto del vostro standard. Che segnale è in questo momento? “No, non è un buon segnale in realtà. Ma quello che ci trovo di positivo è che tutti noi abbiamo la possibilità di vedere bene anche le cose che non sono andate per il verso giusto, e in questo modo possiamo fare di tutto per migliorare le nostre prestazioni”.
A Bologna che casa ha trovato? “Amo questa città. Davvero, non potevo trovare un posto migliore. Appena posso vado a fare belle passeggiate in centro, mi piace l’ambiente e l’atmosfera. E devo dire che ovunque mi fermi trovo sempre un buon piatto di tortellini. Ho imparato ad amarli, ne vado pazzo”.
Sta dimostrando di essere il leader di questo gruppo. E’ un ruolo di cui si sente investito? “Sì, mi sento in grado di essere una guida per questa squadra. E la cosa bella è che nel nostro spogliatoio ci sono veterani che allo stesso modo possono ricoprire questo ruolo nei momenti importanti”.
Le piacerebbe giocare in serie A con questa Virtus? “Non mi ci vedo proprio ad andare altrove. Mi piace giocare per questa società e con la V nera addosso, se avranno voglia di andare avanti con me, nel caso le cose andassero per il meglio, mi piacerebbe moltissimo restare qui”.
La promozione è un traguardo possibile? “Il campionato è lungo, tanti fattori possono condizionarlo. Dove potremo arrivare lo sapremo solo strada facendo, e più avanti nel tempo. Ma come ho detto, abbiamo un buon progetto da seguire, e la volontà di seguirlo. Questo è l’importante”.
UMEH: "NONOSTANTE LE NOSTRE DIFFICOLTÀ SIAMO RIUSCITI A FARE BENE. LAVORIAMO PER ESSERE PRONTT AI PLAYOFF"
tratto da bolognabasket.it - 20/04/2017
Michael Umeh è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole:
Sulle difficoltà della Virtus in trasferta: Mi sembra che anche i nostri avversari abbiano le nostre stesse difficoltà in trasferta e che questo sia diventato nel girone di ritorno un campionato molto equilibrato. Noi abbiamo avuto qualche problema fisico che ha limitato il nostro rendimento. Quando perdi esci sempre dal campo con il dispiacere, ma poi questo sentimento deve trasformarsi in determinazione per fare meglio durante la settimana e nella gara successiva.
Sui problemi difensivi della squadra. Io non direi che nella partita di Forlì la nostra intensità difensiva non sia stata sufficiente, quello che penso è che da una parte il nostro gioco è stato meno efficace, dall’altra che certe partite se le avessimo giocate in casa le avremmo vinte noi. Oggi siamo secondi in classifica e se vinciamo con Roseto confermiamo questa posizione o saliamo al primo. Questo significa che nonostante le nostre difficoltà siamo riusciti a fare bene e questo non possiamo dimenticarcelo, così come il fatto che abbiamo alzato la Coppa Italia vincendo tre partite in tre giorni.
Sui playoff. Intanto sono qualcosa di diverso rispetto, e non è detto che quella formula sia più adatta a noi rispetto al campionato. Noi lavoriamo per essere pronti sapendo che le sconfitte hanno un peso maggiore. Non parlo di promozione o altro, sappiamo che disputeremo i playoff e passare gli ottavi diventerà il nostro principale obiettivo. Prima però c’è Roseto.
Da noi la gente si aspetta un risultato importante, cerchiamo di accontentarla e poi vedremo che cosa fare.
LA FAVOLOSA GARA DUE DI MICHAEL UMEH
15 giugno 2017. La Segafredo conduce 1 a 0 contro Trieste nella finale playoff per salire in serie A, avendo vinto gara uno in casa 85-62. Ripetersi non è mai facile, l'Alma si gioca il tutto per tutto per non andare sotto di due gare, che sarebbero poi difficili da rimontare, la Virtus non può farsi scappare l'occasione casalinga. In un Paladozza particolarmente elettrico, che comincia a vedere il traguardo sempre più vicino, per un quarto e mezzo la gara vive di un sostanziale equilibrio (al 10' 25 a 23), poi le V nere lentamente, ma inesorabilmente allungano, 43 a 33 a metà gara, 66 a 52 al 30' e 82 a 69 alla fine. Grande protagonista della partita è Michael Umeh, che comincia con il segnare il canestro del 6 a 4, poi quando i triestini sono avanti 10 a 12, realizza un gioco da quattro punti, tripla più aggiuntivo, azione che in casa Virtus fa rievocare, inevitabilmente, fasti passati. Subito dopo recupera un pallone per la schiacciata di Kenny Lawson, 16 a 12. Il numero tre della Segafredo esce un po' dalle fasi cruciali del gioco, poi ricompare per la tripla del 35-29, che completa un 7 a 0 con cui i bianconeri hanno risposto al vantaggio, 28 a 29, raggiunto da Trieste poco prima. Importante rimbalzo difensivo di Michael sul 40 a 33, tra due azioni offensive di Rosselli che fruttano cinque punti, con il punteggio cha va da 37 a 33 a 42 a 33. Chiuso il primo tempo sopra di dieci lunghezze, canestro di Umeh da oltre l'arco in apertura di ripresa, 46 a 33 (poco dopo imitato da Spissu per un parziale di 12 a 0 a cavallo dell'intervallo), poi ancora un altro per il 57 a 46. Poco dopo assist per Lawson, 59 a 48, i due americani, nati lo stesso giorno, il 18 settembre, a quattro anni di distanza, si trovano a meraviglia. Si riprende con le triple: Umeh manda a bersaglio quella del 64 a 52. Il 68 a 52 è un suo canestro da due, poi realizza la tripla del 76 a 59 e il gioco da tre punti del 78 a 61, quando ormai dubbi sul vincitore della sfida non ci sono più. In tutto per Michael 26 punti, 3 su 5 da due, 6 su 8 da tre e 2 su 2 ai liberi, un rimbalzo, sei palle perse, un recupero e un assist. Un contributo fondamentale alla vittoria di squadra, che proietta le V nere a una sola vittoria dall'ambita promozione. Quattro giorni dopo a Trieste l'occasione di chiudere subito la serie non verrà fallita.
UMEH: "VORREI GIOCARE ANCORA PER RAMAGLI. E NON POTRÒ MAI PERDONARE AMICI"
tratto da bolognabasket.it - 21/06/2017
Le parole di Michael Umeh, ospite di Jack Bonora nella trasmissione “Sport Club”, su èTV.
Umeh ha avuto parole molto dure sul neoacquisto della Fortitudo Alessandro Amici: Non potrò mai perdonarlo. Quello che ha detto è totalmente inaccettabile e imperdonabile per me. Se lo incontrassi per strada? Non avrei niente da dirgli.
Al coach della Fortitudo? Direi che può aver scelto di prenderlo solo per le qualità tecniche, senza vedere i problemi con la persona in sè.
Non credo che avrei capito se questa decisione l’avesse presa Ramagli, ma so che lui è un uomo di principi e grande carattere e non penso potrebbe mai fare la scelta di un giocatore cosi, lui pensa anche al valore umano, lo conosco bene.
Ramagli ci ha preparato e motivato al meglio, ha avuto un’importanza incredibile, più di quanto si sia visto da fuori. Sia durante le partite che fuori.
Quando durante i playpff è statp messo in discussione sono rimasto molto perplesso, ma io non sono un manager. Da giocatore posso dire che vorrei poter giocare ancora per Ramagli.
Penso che la Fortitudo avesse tutti i pezzi al posto giusto per vincere, ma doveva pensare di più alla regular season.
Umeh ha parlato anche dei giocatori che in questi giorni sono accostati alla Virtus: Credo di aver incontrato Aradori in un’amichevole e l’ho visto giocare diverse volte, è da tanto in serie A e penso sia un buon giocatore.
Alessandro Gentile è veramente un ottimo giocatore, non so i motivi per cui è andato via da Milano, ma credo sia davvero forte. Credo che potremmo stare in squadra io lui e Aradori, senza problemi.
Stefano Gentile? Ha alzato tantissimo il livello del gioco e anche degli allenamenti, ha una grande esperienza ed è stato molto prezioso.
Se la Virtus avesse scambiato Lawson con Knox? Ci avrebbero guadagnato loro sicuramente in termini di punti e qualità, quindi sono molto contento che nion sia andata cosà e di aver giocato con lui quest’anno. Tutti possono migliorare difensivamente e nel gioco, ma io penso che Lawson abbia fatto veramente una grande stagione.
Di Bologna amo la città stessa, il cibo e naturalmente il pubblico. Il mio piatto preferito sono le penne all’arrabbiata.
Giocare al Paladozza all’inizio non è stato facile, mi mancava la Unipol Arena, ma poi quando abbiamo preso confidenza è stato bello e mi sono trovato bene.
Credo che al mio quarto anno in italia dovrò cominciare a studiare un po’ di italiano.
Quando sono venuto in Virtus sapevo che l’obiettivo era venire in serie A, anche se non veniva detto apertamente per non alzare troppo la pressione. Vincere era il mio obiettivo fin dall’inizio e per questo non è cambiato niente per me quando è arrivato Zanetti. Volevo arrivare alla vittoria e ci ho creduto da quando ho firmato fino alla fine.
In serie A? Serviranno giocatori di rinforzo forti fisicamente, la fisicità e le qualità difensive saranno fondamentali cosi come il carattere e la capacità di fare squadra.
Sapevo che la squadra era costruita per salire e quando ho cominciato a lavorare con la squadra ho subito capito e riconosciuto il suo valore. L’ho sentito fin dall’inizio che non era solo questione di qualitá, ma anche di mentalitá vincente. C’erano Spizzichini, Spissu, Rosselli che avevano le esperienze giuste per fare bene in A2.
All’inizio dei playoff ho cominciato a riguardare le nostre partite, da solo, e riguardando ho visto che gli avversari preferivano una difesa perimetrale così ho capito che dovevo cambiare il mio gioco e attaccare di più il ferro.
Dopo la sconfitta con Casale eravamo naturalmente motivati a vincere di nuovo,ma abbiamo parlato di che mosse tattiche fare per non ripetere gli stessi errori.
Quando smettero di giocare starò con la mia famiglia, non ho mai pensato di fare l’allenatore anche se penso di avere una buona conoscenza del gioco.
UMEH: "RESTARE È STATA LA SCELTA GIUSTA. HO BEN CHIARO IL MIO RUOLO, È UNA DELLE MIGLIORI OPPORTUNITÀ DELLA MIA CARRIERA"
tratto da bolognabasket.it - 26/10/2017
Michael Umeh è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole:
Penso che questa Virtus sia molto forte, e quindi si sia creata una buona opportunità per tutti noi di fare qualcosa di importante in un club storico. Dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, pensando a una partita per volta e preoccupandoci solo di noi stessi e di quello che serve per proseguire nella nostra crescita.
Come mi trovo nel gruppo? Parto dal presupposto che restare è stata la scelta giusta. L’organizzazione e il clima sono gli stessi dell’anno scorso e sono i medesimi che ci hanno consentito di allenarci in modo sereno per tutta la stagione. Sto molto bene qui, in un club dove tutto funziona al meglio.
Sorpreso dal calore del pubblico? No, e per certi versi me lo aspettavo. I tifosi sono rimasti gli stessi che ci hanno accompagnato e sostenuto durante i playoff. Qualcun si è stupito del fatto che ci hanno seguito in trasferta o per la loro presenza durante le partite di campionato. Per me non è stata una novità perchè ho già sperimentato con quanta passione seguano la Virtus.
Su Venezia, prossimo avversario. E’ l’avversario più forte fin qui sulla nostra strada. Hanno vinto lo scudetto, arrivano da una vittoria in Coppa e sono imbattuti. Dovremo essere molto concentrati e cercare di limitare quegli alti e bassi che si sono visti in queste prime partite di campionato, e poi avremo bisogno della spinta del pubblico. I nostri tifosi in questo sono esemplari.
Problemi per il minutaggio ridotto in serie A? Assolutamente no, dato che ho capito la situazione e ho ben chiaro il mio ruolo, questa è una delle migliori opportunità che ho avuto in carriera perchè questo è un gruppo forte e ambizioso. Sapevo che una categoria superiore avrebbe coinciso con un utilizzo inferiore perchè si gioca a un’intensità maggiore e per mantenerla tutti devono essere più freschi.
UMEH: SE GIOCHI PER LA VIRTUS ASPETTATIVE ALTE. GENTILE IL PIÙ TALENTUOSO CON CUI ABBIA MAI GIOCATO
tratto da bolognabasket.it - 23/11/2017
Michael Umeh è stato ospite di “BLACK AND WHITE”, il settimanale in onda su Radio Bologna Uno. Queste le parole della guardia bianconera.
Quattro sconfitte consecutive, cosa succede? “Sono state partite dure e rigide, sappiamo di essere in una momento abbastanza serio. Una situazione situazione spiacevole perché questa squadra è pensata per competere ad alti livelli: perdere quattro partite consecutive non fa sicuramente piacere. L’obiettivo è quello di rimettersi a lavoro, abbiamo tutti gli strumenti per farlo. Noi cerchiamo sempre di fare le stesse cose che sappiamo fare bene adattandoci al livello della partita e del campionato: nulla che, però, non possa migliorare con il tempo e con il lavoro.”
La difficoltà della gestione dei finali di partita? “Abbiamo tutte le carte in regola per lavorare su questo aspetto: non penso sia un problema enorme, capita che giocando in una certa maniera e con certi schemi, quando la partita si avvia alla fine nei momenti caldi le individualità emergono maggiormente. L’obiettivo sarà quello di lavorare sulle individualità della squadra per farle comunque emergere ma direttamente in modo proporzionale secondo le esigenze della squadra in quel preciso momento.”
Voci di mercato che ti riguardano? “Sapevo già dallo scorso anno che quando giochi per la Virtus ci sono tante aspettative dai tifosi e dalla società. Io ho parlato con il coach e con lo staff che hanno confermato la fiducia in me: le questioni che riguardano il mercato sono cose che non si possono tanto controllare. Quello che posso fare io è soltanto allenarmi duramente e giocare al meglio delle mie possibilità; il resto per me non è importante. Gioco qui ed è questo quello che conta, quello che verrà lo vedremo in futuro, per adesso non ci sono fondamenti.”
Come vedi un possibile arrivo di Rosselli in Fortitudo? “Io gli auguro il meglio per la sua carriera, non so dove andrà perché non sono dentro alla questione. Capisco però che per i tifosi Virtus potrebbe essere difficile accettare una cosa del genere. Quando ci è stata annunciata la scelta sua e della società sono rimasto sorpreso però in questi casi bisogna accettare e andare avanti. Guido dava il massimo negli allenamenti, oltre ad essere un ottimo compagno di squadra.”
Le differenze con la scorsa stagione? “Ci sono delle differenze fisiche soprattuto per i lunghi, ma anche alcune guardie sono fisicamente importanti. Nel mio stile di gioco non uso tanto la potenza fisica: sono più un tiratore che tende a giocare esterno in maniera brevilinea. Non ho notato e patito una forte differenza dal mio punto di vista. Quest’anno io ho un ruolo diverso, è inevitabile. Ognuno di noi ha fiducia nei confronti degli altri e anche io la sento.”
Il rapporto con gli altri americani del gruppo? “Innanzitutto sono degli ottimi giocatori; poi sono sopratutto persone piacevoli, simpatiche, persone serie e mature. Marcus vince molte partite a bowling.”
Alessandro Gentile? “Probabilmente il giocatore più talentuoso con cui abbia mai giocato. Per avere 25 anni ero veramente sorpreso di vederlo così.”
UMEH: "MAI AVUTO DUBBI SUL GRUPPO, NÉ SU CHI LO GUIDA. SIAMO CRESCIUTI MOLTO, SIAMO SULLA STRADA GIUSTA"
tratto da bolognabasket.it - 07/02/2018
Michael Umeh, dopo la prova da 23 punti di domenica scorsa, è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.
Sull’essersi ritagliato un ruolo importante in questa Virtus, in serie A. Era il motivo per cui sono venuto alla Virtus. Ho creduto da subito in questa società, in questa squadra e in questo progetto. Sapevo di arrivare in una città dove il basket è qualcosa di importante, non avevo dubbi sulla forza interiore del gruppo che è risalito in Serie A. Come non ne ho in quello che è stato assemblato quest’anno, né in chi lo guida.
L’estate scorsa diverse cose sono cambiate. Era importante avere il tempo per conoscerci e nonostante qualche imprevisto, problemi fisici che sono da mettere in conto ogni volta che inizia una stagione, stiamo crescendo bene. E non siamo certo al massimo delle nostre potenzialità, ne sono sicuro. Quindi, dobbiamo semplicemente continuare con questo lavoro. Siamo sulla strada giusta.
Sul “ciclo terribile” che ora attende la Virtus. La chiave è sapere di non avere handicap insormontabili rispetto a nessuno. All’inizio della stagione, abbiamo perso partite che potevamo vincere, anche con le squadre considerate più forti del campionato. Quello che so è che ora, rispetto a quei tempi, siamo cresciuti molto, abbiamo imparato i meccanismi di squadra, in campo ci capiamo bene e credo si veda. Possiamo dire di essere più forti, anche se non dobbiamo mai pensare di essere diventati invincibili.